Carybdea marsupialis

Carybdea marsupialis (Linnneo 1758) appartiene alla classe Cubozoa, la quale, insieme alla classe Antozoa, Hidrozoa e Scifozoa, formano il Philum Cnidaria (dal greco “cnida”= ortica). Il nome di questo philum fa riferimento a una caratteristica comune alle quattro classi e cioè la presenza di cellule urticanti chiamate cnidociti o cnidoblasti. Queste cellule sono distribuite su tutta la superficie del corpo dell’animale ed hanno per lo più scopo di difesa e cattura delle prede.

Le meduse che appartengono alla classe Cubozoa sono chiamate cubomeduse, dovuto alla forma cubica dell’ombrello. Anche se i Cubozoa costituiscono una piccola parte dei Cnidari, il numero di specie di cubomedusa descritte è aumentato negli ultimi anni. Attualmente a questo gruppo appartengono all’incirca 50 specie (Bentlage et al. 2009) aggruppate in due ordini: Chirodropida (Haeckel, 1880) e Carybdeida (Gegenbaur, 1857), che include la specie Carybdea marsupialis.

  Life cycle of the box jellyfish

Il ciclo di vita generale dei Carybdeidi comprende una fase polipo, bentonica e con riproduzione asessuata, e una fase medusoide natante con riproduzione sessuata. Alcune specie presentano fecondazione interna mediante il trasferimento di spermatofore dal maschio alla femmina (Lewis et al. 2005). Gli embrioni si sviluppano alcuni giorni dopo la fecondazione formando le planule, la forma larvale. Queste ultime si sedimentano nel substrato adeguato circa due giorni dopo la fecondazione degli ovociti, dando vita al polipo.

I polipi di C. marsupialis sviluppano fino a 24 tentacoli localizzati nel calice. Ogni tentacolo presenta una cellula urticante (cnidocito) nella parte terminale. Dallo stadio con 12 tentacoli sono capaci di riprodursi mediante gemmazione producendo polipi secondari che si sviluppano nella zona tra il calice e il piede del polipo. I polipi secondari hanno la capacità di strisciare sul substrato. Con l’aumento della temperatura i polipi iniziano la metamorfosi nella quale la parte apicale (calice) si trasforma gradualmente in una piccola medusa che si differenzia morfologicamente dalla fase adulta per la presenza di due tentacoli invece di quattro. Circa 10 giorni dopo, le giovani meduse sviluppano i restanti due tentacoli (Cutress et al., 1973) e crescono fino a 30-40mm (Kramp, 1961), dimensioni che posseggono le meduse nella fase adulta con capacità riproduttive.

I Cubozoa si trovano in tutti gli oceani, generalmente in regioni tropicali e subtropicali e in zone costiere poco profonde (Mayer, 1910; Guest, 1959; Franc, 1994; Coates, 2003). La Carybdea marsupialis è una cubomedusa distribuita ampiamente in acque tropicali dell’Atlantico e si trova in grandi quantità nel Mar del Caribe (Kramp, 1961; Sanchez-Rodriguez et al., 2006). Anche se la Carybdea marsupialis non è una specie comune nel Mediterraneo, nell’ultima decada si é avvistata in vari punti del Mar Adriatico (Di Camillo et al., 2006) e registrato presenza massiccia in alcune zone costiere (Bordehore et al., inviato).

La relazione tra la specie di C. marsupialis del Mediterraneo con le altre appartenenti a zone geografiche con clima più caldo, come Puerto Rico o California (apparentemente isolate tra loro), deve essere studiata per capire la possibile via di colonizzazione di questa regione.

La maggior parte degli studi realizzati con Cubozoa sono stati giustificati in base all’interazione di questi organismi con bagnanti in zone turistiche (Peca et al., 1997). Grazie a questi studi, attualmente si conosce molto bene la composizione delle sostanze velenose dei cnidocisti (Di Camillo et al., 2006; Sanchez-Rodriguez et el., 2006) e il sistema visivo di molte specie di cubomeduse (Coates, 2003; Gershwin and Dawes, 2008),  pero si conosce molto poco la sua ecologia, fisiologia e biologia. Alcuni lavori sul ciclo di vita hanno rivelato l’esistenza di due tipi di metamorfosi, una delle quali presenta similitudini con la strobilazione delle scifomeduse (Scyfozoa). Una volta formata la medusa, nel substrato rimane una piccola parte del polipo che poi darà origine a un nuovo polipo (Straehler-Pohl and Jarms, 2005; Stangl et al., 2002). Questi studi hanno ampliato le conoscenze sulla capacità di riproduzione della fase polipo, cosi come le importanti relazioni evolutive tra i gruppi di cnidari.

Al momento il progetto LIFE CUBOMED sta portando a termine degli studi mirati a conoscere in profondità il ruolo ecologico di questa specie e la sua interazione con gli altri componenti dell’ecosistema per poter determinare l’impatto di questo animale in zone costiere.